«Quando [Gesù] ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano» (Vangelo di Luca 5,4-6).
Tante volte, nella nostra vita, è notte in pieno giorno: tante volte siamo stanchi e scoraggiati, perché non abbiamo ottenuto nulla di quello che speravamo, nonostante i nostri sforzi; tante volte rinunciamo a ricominciare, perché certi del fallimento; tante volte, oppressi dal male – che può essere dentro e fuori di noi -, pensiamo che niente di buono possa più accadere. È il buio del nulla che ci nasconde la luce della speranza.
Se pensiamo che tutto quello che è è soltanto quello che riusciamo a com-prendere, ad afferrare, a contenere dentro di noi, allora tutto sarà sempre poco o nulla.
Se ci fermiamo sempre e soltanto a quello che possiamo conoscere di noi stessi, degli altri, del mondo e anche di Dio, non ci accorgiamo che c’è un oltre. Oltre ogni spiegazione, oltre tutte le risposte della ragione e anche della fede, c’è la vita, che, in realtà è prima è adesso ed è oltre.
Se, in fondo, pensiamo che dal nulla proveniamo e verso il nulla andiamo, davvero nulla potrà sfamare il nostro bisogno di amore: di amare e di essere amati.
Per questo Gesù, ai pescatori che erano ormai scesi dalle loro barche, quasi ad ormeggiare le loro vite, dice di prendere il largo, di andare oltre, appunto; oltre il già fatto, oltre il già visto, oltre il già dato, per avere una vita straripante di vita, una “rete strapiena”.
Non si tratta di rinnegare il passato e nemmeno certamente di considerare vana tutta la “fatica della notte”; anzi, è proprio quella fatica, forse, che ci darà il coraggio di andare oltre. Sì, perché quando abbiamo speso tutte le nostre energie, quando abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, quando ci siamo completamente svuotati, siamo davvero pronti per accogliere… Per accogliere il mistero della vita! E la vita ci stupirà…
Se nella notte dell’ingiustizia e dell’offesa, del rifiuto e dell’abbandono, della malattia e del dolore, continuiamo ad amare “sino alla fine”, allora saremo pronti a vedere tutta la bellezza della vita, perché saremo noi stessi a portare la luce splendida della pace e del bene; e, nella notte, un nuovo Sole nascerà!
È quando amiamo veramente, senza interesse e senza invidia; senza adirarci del male ricevuto, ma perdonando; senza godere dell’ingiustizia, ma cercando sempre la verità (cfr. San Paolo, 1Corinzi 13); è allora che ci accorgiamo che siamo fatti di amore, che veniamo dall’Amore e verso l’Amore andiamo; perché solo amando così siamo davvero felici, perché solo amando così rassomigliamo sempre di più a Dio.
Ernesto Olivero, fondatore del Sermig (Servizio Missionario Giovani), ha scritto: «Se viviamo l’amore e l’amore è vero, con il nostro silenzio e con la nostra vita ripetiamo le stesse parole di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”. Quando vivo l’amore sono io che mi identifico in Gesù, il Figlio di Dio. E Gesù ha detto che chi è in Lui può compiere le sue stesse opere, anzi ci assicura che posiamo fare cose ancora più grandi di Lui» (E. Olivero, Per una Chiesa scalza, 2010).
Tony Limongiello
OFS Atripalda
L’ articolo commentando l’esperienza degli apostoli di fronte un insuccesso pone l’attenzione a guardare oltre, a guardare proprio lì dove si è sperimentato un fallimento. Questo nuovo sguardo non è però cieco, isolato, ma nasce dalla parola del Signore Gesù che invita i suoi a tornare in quel luogo e a vedere quell’esperienza con altri occhi: gli occhi della fede.
Accettando il suo invito a gettare di nuovo le reti proprio lì da dove si è ritornati delusi, Pietro e compagni scoprono una vita nuova.
Questa è la verità anche di ogni cristiano perché la fede in Gesù si incarna nelle esperienze della vita, anche quelle che vorremmo cancellare, questa è la verità che i santi, nostri fratelli maggiori, ci testimoniano.
La fede, relazione con il Signore, è un cammino non una verità da conoscere nella mente.
Gli spunti offerti dall’articolo invitano ad avere alto lo sguardo verso Colui che è la nostra vita, la nostra speranza, la nostra verità!
Queste parole sono davvero straordinarie e vere. Quante volte la vita ci spaventa, ci illude,ci terrorizza, ma quando, increduli , buttiamo la nostra rete ,Gesù ci stupisce, ci soccorre, ci aiuta. Basta fidarsi, sa Lui come fare.
Grazie per le profonde riflessioni.