“Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua parola onnipotente, Signore, scese dal cielo, dal tuo trono regale” (cfr. Sap 18, 14-15).
È di nuovo Natale! Ancora una volta abbiamo la grazia di contemplare con i nostri occhi, toccare con le nostre mani il Bambino che giace nella mangiatoia dei nostri presepi, ispirando nei nostri cuori sentimenti di gioia, di speranza, di pace.
Ci ritornano alla mente le parole di Papa Francesco nella lettera apostolica Admirabile signum, sempre attuali per noi: «Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui» (Francesco, Admirabile signum,1).
Siamo in cammino e mentre camminiamo dobbiamo fare un salto di qualità nella fede per riuscire a andare oltre le vetrine luminose che incontriamo per strada, per concentrarci sul presepe, sull’essenza di quel Bambino, per lasciarci guardare da lui e magari avere la stessa sensazione che ebbe Francesco d’Assisi la prima volta che rese visibile la scena del Natale a Greccio (cfr. FF: 466), perché veramente Egli è lì per noi!
Scopriamo ancora una volta che «il modo di agire di Dio quasi tramortisce, perché sembra impossibile che Egli rinunci alla sua gloria per farsi uomo come noi. Che sorpresa vedere Dio che assume i nostri stessi comportamenti: dorme, prende il latte dalla mamma, piange e gioca come tutti i bambini!
Come sempre, Dio sconcerta, è imprevedibile, continuamente fuori dai nostri schemi. Dunque il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita» (Francesco,8).
Se ci lasciassimo guidare dalla semplicità del presepe, che non è un ornamento di Natale tra tanti altri, ma l’entrata del Mistero dell’Incarnazione nelle nostre case, non smetteremmo mai di ammirare e pregare la Parola di Dio, il Figliolo Diletto, che scelse di scendere nel buio delle nostre notti, per rimanere con noi e arricchirci della sua povertà, come ci ricorda San Francesco:
«L’Altissimo Padre annunciò che suo Verbo, così degno, così santo e cosí glorioso sarebbe venuto dal cielo, l’annunciò per mezzo del suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria, dalla quale ricevete la carne della nostra fragile umanità. Egli essendo ricco più di ogni altra cosa, volle tuttavia scegliere insieme alla sua madre beatissima la povertà» (FF: 181).
Egli scende nel silenzio perché questo è lo spazio di Dio e beati noi quando Dio ci incontra così, in silenzioso ascolto, per non lasciare sfuggire nulla della Sua Presenza, della sua tenerezza, della sua bellezza, della sua luce.
Egli scelse la povertà e, in essa, la libertà, per essere e restare accessibile a tutti, mettendoci a nostro agio: È il Dio con noi, Dio per noi, innocente, indifeso!
Egli scelse l’umiltà, perché rendendosi simile a ogni essere umano, venuto dall’humus, dalla terra, eleva l’uomo fatto di terra alla statura di Dio.
Egli scelse la discesa… un processo continuo di kenosi, di abbassamento, che determina il Suo stile di vita, dalla nascita alla croce.
In questa notte santa, coinvolgiamo i nostri piccoli e lasciamo che brilli la luce dei nostri occhi come quelli dei bambini; diventiamo anche noi piccoli per “sentire”, per “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione e scegliere, anche noi, di seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione dei nostri concetti e preconcetti, per incontrarlo e servirlo con misericordia nei fratelli e nelle sorelle più bisognosi, soprattutto quelli che in questi tempi difficili sentono anche la vergogna di chiedere aiuto, quelli che passano in mezzo a noi quasi invisibili.
Ascoltiamo dunque Gesù che, dal presepe di casa nostra, «proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato» (Francesco,6). E sarà sempre Natale!
Suor Maria Aparecida da Silva
Suore Piccole Missionarie Eucaristiche di Atripalda