Qualche settimana, mentre facevo un “bagno d’amore” sperimentando la presenza di Dio nella quotidianità di vite evangelicamente ispirate, mi sono “fermato” nelle “cinque soste” che don Luigi Maria Epicoco propone nel suo libro Quello che sei per me. Parole sull’intimità. Le prime parole suonano così: «Un cristiano è uno che fa della sua vita una grande intimità con Dio e vive tutto solo ed esclusivamente per Dio, con Dio e in Dio qualunque cosa faccia, in qualunque circostanza si trovi». Per Dio, con Dio e in Dio! Sembra impossibile vivere così; o almeno a me risulta molto molto difficile. Eppure, non mi sono scoraggiato leggendo; anzi, il mio desiderio di seguire Gesù ha ripreso vigore, perché ho pensato: “Deve essere troppo bello vivere così!”, e poi intorno a me vedevo che era possibile vivere così. Per Dio, con Dio e in Dio: non aver altro scopo che piacere a Dio; non aver altro riferimento assoluto se non Dio; non aver altro modo di amare che quello di Dio. Vivere per Dio, con Dio e in Dio, non da soli ma in comunità, perché non c’è vera intimità con Dio se non c’è condivisione con gli altri, con tutti gli altri. Sono sempre più persuaso, infatti, che la vita cristiana – autenticamente e fruttuosamente cristiana – sia realmente possibile come esperienza comunitaria, come vita di fraternità; d’altronde alle origini della “vita con Cristo” c’è la comunità degli Apostoli, principio e modello della Chiesa.
E arrivo così alle ultimissime parole del libro di Epicoco, che mi hanno colpito profondamente, e che forse fanno sintesi di un cammino di fede, come in una tappa di consapevolezza: «La Chiesa è una pagina della Parola di Dio fatta storia. È il corpo di Cristo. È il volto di chi ti è stato affidato. È Gesù. È Maria». La Chiesa – la comunità, la fraternità – è la voce di Dio che ti parla, che ti dice la via da seguire, la verità da credere, la vita da realizzare. La Chiesa è la realtà concreta di Cristo, di cui Cristo è il capo e tutti i fedeli, rinati nel Battesimo, le membra. La Chiesa è il volto del povero, dell’affamato, del rifugiato, dell’anziano, del senzatetto, del maltrattato, del perseguitato. E, perché è tutto questo, la Chiesa è Gesù. Gesù è, infatti, la via la verità e la vita (Cf. Gv 14,6); Gesù è il Verbo incarnato del Padre (Cf. Gv 1,1.14); Gesù è “ogni fratello più piccolo” (Cf. Mt 25,45). E, infine, meravigliosamente, la Chiesa – la comunità, la fraternità – è Maria!
La Chiesa è Maria innanzitutto perché è madre, come Maria. Sant’Agostino ai neobattezzati si rivolgeva così: “Maria ha partorito il vostro capo, la Chiesa ha partorito voi”; e san Leone Magno, spiegando che la nascita di Cristo è il principio della ri-nascita dei cristiani, dice: «Nel sacramento della rinascita conseguiamo la spirituale origine di Cristo, dal momento che, per ogni uomo che viene rigenerato, l’acqua del battesimo è un po’ quello che fu il grembo della Vergine, nel senso che lo stesso Spirito che riempì la Vergine riempie l’acqua del fonte» (Tractatus 24, 3). Per questo la Chiesa è sposa dello Spirito Santo, come Maria. La maternità-fecondità di entrambe, infatti, non sarebbe possibile senza l’opera della terza persona della Trinità. E i cristiani, allora, sono figli dello Spirito Santo, da cui ricevono i 7 doni: «la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la fortezza, la scienza, la pietà e il timore di Dio» (CCC n. 1831), per portare al mondo la gioia e la pace. Così la Chiesa è Maria, anche perché, come Maria, è discepola-missionaria. Nella Evangelii gaudium, papa Francesco scrive: «Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari”» (n. 120). E dove, se non nella comunità, è possibile fare questo incontro? D’altronde Gesù stesso che ce lo assicura: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20). La Chiesa – la comunità, la fraternità –, dunque, è il “luogo” in cui stare per fare esperienza di Dio ed è il “luogo” da cui partire per annunciare e testimoniare agli altri questa esperienza. E per Maria questo “luogo” è lei stessa, «Vergine fatta Chiesa, santa genitrice di Dio» (San Francesco d’Assisi).
Tony Limongiello
OFS Atripalda
Testo bello e intenso, attento alla riflessione e alla divulgazione della parola di Cristo.
Per Dio, con Dio e in Dio: la ricetta della felicità!
Grazie Tony, riflessione personale bellissima e profonda da condividere assolutamente