“Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,15). Tutto il vangelo è una buona notizia; ma forse queste parole di Gesù sono le più belle. Questa volta Gesù non lo lascia intendere con i gesti, con i miracoli, con le azioni; questa volta Gesù lo dice chiaramente che siamo suoi amici. E siamo suoi amici, perché Lui è nostro amico. L’iniziativa è sua; Lui ci viene incontro… e noi, se lo riconosciamo, non possiamo resisterGli. La forza del suo amore vince ogni ostacolo, ogni limite, ogni tenebra della nostra vita, perché è l’amore di Dio, anzi Dio stesso, dal momento che Dio è amore. E quando questo amore ci raggiunge, e noi lo accogliamo, nasce e rinasce sempre la gioia.
Ecco il Natale: “Gesù, il Verbo che era presso Dio, il Verbo che era Dio, si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (cfr Gv 1,1.14). Gesù viene ad essere Parola di Dio tra gli uomini e per gli uomini, affinché gli uomini conoscano Dio, e conoscendo Dio lo amino, e amando Dio amino, come Dio, tutto ciò che Egli ha creato. Il Natale celebra questa amicizia: amicizia di Dio con l’umanità: Gesù viene a liberarci dal peccato e dalla morte, e restituirci la dignità di figli di Dio; amicizia dell’umanità con Dio: Maria e Giuseppe rappresentano tutti gli uomini di buona volontà, che collaborano con Dio alla costruzione della civiltà dell’amore; amicizia dell’uomo con l’uomo: con l’amore di Dio nel cuore è possibile la vera accoglienza, il vero perdono, la vera pace; amicizia degli uomini con il creato e tutte le creature: di fronte a Dio gli uomini si riconoscono custodi della casa comune e se ne prendono cura. I vangeli che raccontano la nascita di Gesù ci aiutano a vedere tutto questo. “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,11).
Forse i pastori non potevano comprendere del tutto questo annuncio dell’angelo, ma certamente capirono che si trattava di un messaggio divino, tanto che si mossero “senza indugio” verso Betlemme e, dopo aver trovato Maria e Giuseppe e il bambino, “se ne tornarono, glorificando e lodando Dio”. A noi, oggi, ogni giorno, è ripetuto questo annuncio natalizio: Gesù salva! Gesù ti salva! Gesù ti ha già salvato! Senza tuo merito e prima che tu possa meritarlo, Gesù ti offre la sua amicizia, e attende con infinita pazienza che tu lo ricambi. Gesù ti ama, e vuole farti sperimentare la bellezza del vero amore, che “tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta; che non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non tiene conto del male ricevuto” (San Paolo). E questo amore hanno conosciuto e riconosciuto Maria e Giuseppe, anch’essi raggiunti dall’angelo e turbati dalla “apparizione” di Dio nella loro vita, ma anch’essi rassicurati come con un abbraccio dalle parole ‘non temere’.
Pensiamo che a Natale un angelo visiti nel sonno anche ciascuno di noi, credente o non credente, fiducioso o disperato, ricco o povero, sano o malato, giovane o anziano, e ci dica: non temere di essere amico di Gesù; non temere di entrare in relazione con Lui; non temere di percorrere correndo la via del Vangelo; non temere di amare e di essere amato! E se, svegliandoci, capiremo che Dio ci ha parlato, che il Verbo ha preso dimora in noi, ancora una volta, gli angeli sulla grotta di Betlemme canteranno così: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14).
Tony Limongiello
Grazie di cuore