Grazie mille!

“Quando si vedono le montagne che non c’è foschia, quando le vacanze iniziano e quando poi torno a casa mia, quando mi alzo e sento che ci sono […] sento che, sento che per ogni giorno, ogni istante, ogni attimo che sto vivendo grazie mille. Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo che mi è stato dato grazie mille!” (883 – Grazie mille). Non so quanti di voi ricordano questa canzone di qualche anno fa le cui parole, se ascoltiamo per intero il brano, sono di una semplicità così disarmante che sanno di vita quotidiana, ma che spesso non sappiamo pronunciare o abbiamo dimenticato come si fa. In una giornata ci capita di dire “Grazie” tante volte…perché a tavola ci hanno passato la bottiglia dell’acqua o perché ci hanno fatto passare avanti nella fila alla cassa del supermercato.

Ma ringraziare non è solo un gesto di buona educazione. Quante volte vorremmo dire grazie ad una persona che ci ha dato una mano o che ci è stata vicino, ma pensiamo che non ce ne sia bisogno? Quante volte pensiamo che non ci sia nulla per cui ringraziare, perché in fondo noi cosa abbiamo ricevuto?

Essere riconoscenti e saper dire grazie è un percorso da fare giorno per giorno in cui il punto di partenza e quello di arrivo è l’amore. Ringraziare è uno dei gesti più belli e semplici per mettere in circolo l’amore ricevuto e creare relazione. L’amore e il bene, infatti, non possono essere dati per scontati, non possono essere impliciti. Ringraziare per un aiuto ricevuto, per il colloquio di lavoro che è andato bene o semplicemente per un giorno nuovo che ci è stato donato è il modo che abbiamo a disposizione per costruire fraternità e rendere migliore anche l’ambiente in cui viviamo. Certo, essere riconoscenti spesso è faticoso, perché significa ri-conoscere che da soli non possiamo fare nulla, che le nostre capacità da sole non bastano per essere felici e sentirci vivi. Del resto anche il sole che sorge ogni giorno non dipende da noi, ma ci è stato donato, eppure quando lo vediamo splendere in cielo subito ci sentiamo meglio e la giornata sembra prendere una piega diversa. Qualcuno potrebbe pensare che non è propriamente la stessa cosa.

Ma ci siamo mai chiesti perché tante volte quel “grazie” fatica ad uscire dalla nostra bocca? Perché noi ci aspettiamo sempre qualcosa e la maggior parte delle volte ci aspettiamo troppo sia da noi stessi, ma soprattutto dagli altri. Ci aspettiamo il gesto eclatante che ravvivi la nostra relazione di coppia, ci aspettiamo la sorpresa o il pensiero da quell’amico, ci aspettiamo di essere riconosciuti per quello che valiamo. E quando questo non accade salgono la delusione, l’amarezza e di conseguenza il senso di ingratitudine. Il più delle volte, poi, abbiamo la memoria troppo corta per ricordare il bene ricevuto, il passaggio del Signore nella nostra vita, e guardare anche al nostro passato, con i suoi episodi piacevoli e non, con senso di gratitudine ed in modo costruttivo. Se ognuno di noi si volesse un po’ di più di bene nella consapevolezza dei propri limiti, ma anche delle proprie potenzialità, senza necessariamente pretendere qualcosa dagli altri, e facesse memoria del proprio vissuto, allora potrebbe gustare davvero la bellezza di rendere grazie e non perderebbe neppure un’occasione per farlo.

Annabella Troncone

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