Più di cento anni fa, padre Paul Wattson, Servo di Dio, un ministro episcopaliano (anglicano degli Stati Uniti), a Graymoor (Garrison, New York) introdusse un Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, celebrato per la prima volta dal 18 al 25 gennaio 1908. Esattamente sessant’anni più tardi, nel 1968, le chiese e le parrocchie di tutto il mondo ricevettero per la prima volta il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nel 2008, poi, venne celebrato con vari eventi il primo centenario della Settimana di preghiera, il cui tema “Pregate continuamente!” (1Ts 5, 17) manifestava la gioia per i risultati raggiunti nel cammino ecumenico. Queste sono solo alcune delle date più importanti della storia della preghiera per l’unità dei cristiani, che affonda le sue radici nella prima metà del ‘700, quando in Scozia nacque un movimento pentecostale con legami in Nord America, il cui nuovo messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a pregare per e con tutte le chiese.
In realtà, il desiderio di pregare affinché tutti i suoi discepoli “siano una cosa sola” è nel cuore stesso di Cristo, come ci racconta san Giovanni verso la fine del suo Vangelo (Gv 17,1-26). Gesù, prima di affrontare la passione e la morte, chiede al Padre di custodire coloro che credono e crederanno in Lui, affinché testimonino nell’unità l’amore di Dio, e così tutti possano accogliere il dono della fede.
Proprio al Vangelo di Giovanni fa riferimento il tema della Settimana di preghiera di quest’anno: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (cfr. Gv 15,5-9). Nella nuova versione interconfessionale in lingua corrente della Bibbia (2014), alcune espressioni possono aiutarci a capire meglio cosa voglia dirci Gesù, cosa vuole che noi facciamo.
“Io sono la vera vite. Il Padre mio è il contadino. Ogni ramo che è in me e non dà frutto, egli lo taglia e getta via, e i rami che danno frutto, li libera da tutto ciò che impedisce frutti più abbondanti. Voi siete già liberati grazie alla parola che vi ho annunziato”. La Parola di Dio libera da tutto ciò che impedisce al bene di realizzarsi pienamente. La Parola di Dio mi forma, mi trasforma: modella il mio carattere, purifica i miei sentimenti e le mie emozioni; la Parola di Dio mi libera da ogni pensiero cattivo, suggerendomi idee, e quindi parole e azioni, di giustizia, di fraternità e di pace; la Parola di Dio mi libera innanzitutto dalla superbia dell’io, e così mi rende libero di fare il bene.
“Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me non potete far nulla”. Tutto il bene che possiamo e dobbiamo fare dipende dalla grazia di Dio e della nostra libera collaborazione all’opera sua. Il segreto di una vita beata è la certezza di essere abitati dall’Amore. Sapere che noi “abbiamo un tesoro in vasi di creta”!
Commentando queste parole di San Paolo, proprio pensando al difficile ma necessario impegno per l’unità dei cristiani, nel 2003, Chiara Lubich (fondatrice del Movimento dei focolari) scriveva così: «Mi guardo dentro e scopro come una voragine d’amore, come un abisso, come l’immenso, come un sole divino dentro di me. Mi guardo attorno e anche negli altri, al di là del loro vaso di creta, che subito mi appare davanti con evidenza, imparo a scorgere il tesoro che lì inabita» (Parola di vita, gennaio 2003). Se, avvertendo i miei limiti e le mie inclinazioni al male, e riscontrando le stesse debolezze e fragilità negli altri, anziché volgere la mia attenzione su questa “argilla” guardo all’infinito “tesoro” che tutti portiamo dentro, allora “la gloria del Padre” risplenderà! Ecco il frutto che portano i veri discepoli di Gesù: uniti nell’amore, rendono visibile e tangibile la presenza di Dio in mezzo all’umanità.
Tony Limongiello
Disse una volta un predicatore, in occasione di una delle settimane di preghiera per l’unità dei cristiani, che noi siamo come una ruota di una bicicletta i cui raggi sono tanto più vicini, quanto più si avvicinano al centro che, per tutti noi, è Gesù: in Lui siamo veramente vicini, come non mai!
Grazie a Tony Limongiello per questo articolo.
È importante conoscere la storia umana che si intreccia con la Grazia di Dio e con la sua volontà, per diventare fiumi di acqua viva per l’umanità.
Si, vasi di creta che diventano calici di vita eterna.