Cuore Sacro

“Glielo chieda a loro dov’è Dio… Forse se non avessero fame, sonno, sete, dolore, sofferenza, arriverebbero a sentirlo da soli… Crede di poterli aiutare da sola?… Queste persone hanno bisogno di risposte concrete… Irene, i miracoli non bastano” (Padre Carras)

Per la riflessione di oggi prendo spunto da un film del 2005 che ogni cattolico (e francescano in particolare) dovrebbe vedere se non lo ha già visto: “Cuore Sacro” (di F. Ozpeteck). Irene (B. Boulova) è una donna di affari di successo e di relazioni sentimentali senza impegno. Presa dalla sua smania imprenditrice, Irene ha intenzione di trasformare il grosso palazzo antico di famiglia in tanti mini-appartamenti. Ma una serie di eventi e di incontri mettono in crisi mettono in crisi Irene. In primis la visita della stanza della madre, in cui compaiono scritte che testimoniano la religiosità della donna defunta. Ma è l’incontro con una bambina, Benny, che le farà conoscere la realtà dei bassifondi romani: è lì che Irene tasta con mano la povertà, un qualcosa assolutamente sconosciuto ad una donna ricca come lei. Infine, Irene attraverso Benny conosce Padre Carras, un sacerdote impegnato in attività di volontariato. Irene subisce una vera e propria metamorfosi e decide di trasformare il palazzo di famiglia in una mensa dei poveri e regala, con i suoi soldi, le case popolari alle persone povere. Viene criticata da Eleonora, sua socia e zia, che la giudica una pazza, ma semplicemente è una donna che si è convertita. E nella scena finale, Irene si spoglia di tutti i suoi averi: gioielli, scarpe, e quant’altro. Viene ricoverata in un ospedale psichiatrico, ma viene giudicata perfettamente sana di mente.

Giotto, San Francesco e il dono del mantello, Assisi, Basilica Superiore

Irene è una San Francesco al femminile: una donna che rinuncia alle sue ricchezze per stare vicino ai poveri. Un esempio per tutti. Perché il tema della povertà è sempre attuale, oggi più che mai nello scenario triste della guerra tra Russia e Ucraina. Ma la povertà non è solo lì, e molte volte è più vicina a noi di quanto possiamo pensare. Ed è nostro dovere di Cattolici Francescani, soprattutto di noi che abbiamo la fortuna di non vivere nella povertà, di compiere anche piccoli gesti o donazioni per aiutare i poveri, secondo l’esempio antico di Francesco d’Assisi e quello moderno “cinematografico” di Irene…

Daniele Pirozzi
OFS di Atripalda

2 commenti

  1. Grazie Daniele per le tue riflessioni e per le informazioni contenute nel tuo articolo; spingono verso la riflessione sulla attuazione della carità, uno dei più importanti doveri di noi cattolici e francescani in particolare.

  2. Grazie Daniele per questo ulteriore bell’articolo. Ci aiuta a riflettere seriamente sulla carità in questo periodo della Quaresima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *