Il messaggio di Papa Francesco per questa Quaresima ci guida al cuore dell’essenza cristiana, e quindi al cuore dell’uomo: la libertà. Questa si matura lungo il cammino della vita e affonda le sue radici nell’intimità dell’incontro a tu per Tu con Colui che ci ha creati, ci ha amati come unici, ci ha salvati nella libertà e gratuità del Suo amore.
«Accogliamo la Quaresima come tempo forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta: “Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile” (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù stesso, come ricordiamo ogni anno la prima domenica di Quaresima, è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere provato nella libertà. Per quaranta giorni Egli sarà davanti a noi e con noi: è il Figlio incarnato. A differenza del Faraone Dio non vuole sudditi ma figli. Il deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale decisione di non ricadere schiava. Questo comporta una lotta; ce lo raccontano chiaramente il libro dell’Esodo e le tentazioni di Gesù dove si oppongono la voce di Dio e la voce del nemico. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna dentro di sé. È una vecchia strada» (Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2024: Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà).
Ogni anno, dunque, abbiamo la possibilità di percorrere una ‘nuova strada’, passo dopo passo in avanti, nella conquista della nostra libertà, sempre più coscienti della nostra dignità di figli di Dio, capaci di scelte sempre più in consonanza con il progetto di Gesù e del suo Regno. Questo è dunque un tempo da non essere sprecato; e siccome siamo nell’epoca in cui tutto e tutti passano così velocemente, ecco che è necessaria una vera decisione a fermarsi, a guardarsi dentro.
Se osserviamo l’esempio del nostro padre San Francesco, capiamo bene perché ha sempre desiderato vivere questo tempo con tanta intensità, al punto da moltiplicare gli esercizi della quaresima estendendola in altri periodi lungo tutto l’anno.
«Durante una quaresima, per occupare le briciole di tempo e non perderne nemmeno una, aveva fatto un piccolo vaso. Ma siccome, durante la recita di terza, il pensiero di quel vaso gli aveva procurato un po’ di distrazione, mosso dal fervore dello spirito, lo bruciò, dicendo: “Lo sacrificherò al Signore, al quale mi ha impedito di fare il sacrificio”. Diceva i salmi con estrema attenzione di mente e di spirito, come se avesse Dio presente, e, quando nella recita capitava di pronunciare il nome del Signore, lo si vedeva leccarsi le labbra per la dolcezza e la soavità. Voleva pure che si onorasse questo stesso nome del Signore con speciale devozione, non solo quando lo si pensava, ma anche quando lo si pronunciava o scriveva. Tanto che una volta incitò i frati a raccogliere tutti i pezzettini di carta scritti che trovavano e a riporli in luogo decente per impedire che, magari, venisse calpestato quel nome sacro in essi trascritto. Quando, poi, pronunciava o udiva il nome di Gesù, ricolmo di intimo giubilo, lo si vedeva trasformarsi anche esteriormente come se un sapor di miele avesse impressionato il suo gusto, o un suono armonioso il suo udito» (FF: 1185).
A prima vista sembra esagerato l’atteggiamento di Francesco. Ma lo era realmente, perché realmente era innamorato di Dio, folle d’amore per Dio. Forse non sarebbe anche per noi la grazia da chiedere in questa Quaresima? Un cuore innamorato di Dio, quel Dio puro dei nostri occhi di bambini, il Dio “lontano” dalle vicende dell’adolescenza e gioventù, il Dio davanti al quale assumiamo il patto d’amore giurando fedeltà agli impegni innanzitutto battesimali, e poi matrimoniali, o di consacrazione…. Bisogna che ci innamoriamo del Dio di Gesù Cristo, il quale non inganna nessuno, non esclude nessuno, non dispera di nessuno. Il Dio Amore che dona il Suo Figlio, perché nessuno mai più possa morire, accettando Lui di morire per tutti.
Se ci soffermiamo innamorati in presenza di Dio, come dice Papa Francesco, saremo anche capaci di soffermarci in presenza del fratello ferito, come il samaritano, e la Quaresima ci farà ritrovare e scoprire nuove energie, nuove risorse di fraternità. Sì, perché «alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la promessa verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù. E faremo parte di questa nuova umanità già in atto, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi, immobili quelli che li servono, i poveri di spirito sono subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene il mondo» (Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2024).
Suor Maria Aparecida da Silva
Piccole Missionarie Eucaristiche di Atripalda
Bellissime e profonde riflessioni che toccano l’anima nell’intimo … grazie suor Maria Aparecida da Silva!