I testi della Sacra Scrittura, che la Chiesa ci offre quest’anno nella Terza Domenica di Pasqua (18 aprile), sembra che ci riportino indietro all’inizio della Quaresima. Eppure, nel frattempo l’annuncio gioioso della Pasqua è risuonato più volte nelle nostre liturgie, nelle nostre menti e nei nostri cuori. Il canto dell’Alleluia ci ha fatto dimenticare ormai quasi del tutto il clima penitenziale dei quaranta giorni di “deserto”, che abbiamo “attraversato” per vedere il Risorto.
Allora perché oggi, ancora una volta, come nel Mercoledì delle Ceneri, siamo invitati a convertirci, a cambiare vita, ad aprire la mente per comprendere la Parola di Dio? Il motivo è semplice: la conversione non è un’esperienza di un giorno speciale o di un tempo particolare; la conversione è lo stile di vita del cristiano. E per questo è il principale oggetto della predicazione dei discepoli di Gesù, di ieri e di oggi.
Chi ha incontrato Gesù sa quanto è grande Dio e quanto è piccolo e imperfetto l’uomo. Chi ha incontrato Gesù sa che l’esperienza più intensa che può fare dell’amore di Dio è ricevere da Lui il perdono dei peccati. Chi ha incontrato Gesù sa che per conoscere veramente Dio bisogna obbedire ai suoi insegnamenti. E, soprattutto, chi ha incontrato Gesù sa che Egli è vivo!
«Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo – ricorda papa Francesco ai giovani e a tutto il popolo di Dio (Cfr Esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, nn. 1,2) –. Cristo vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza».
Convertirsi, allora, è ricominciare ogni giorno con Gesù: ascoltare e mettere in pratica le sue parole, che sono sempre parole di vita e di risurrezione. Convertirsi è cercare ogni giorno il volto di Gesù nel povero, nell’affamato, nell’emarginato, in chi è percosso o umiliato, oppresso o sfruttato. Convertirsi è imparare a chiedere aiuto, oltre che aiutare; chiedere perdono, oltre che perdonare; chiedere la pace ed essere strumenti di pace. Convertirsi è, soprattutto, riconoscere che solo nell’amicizia con Gesù sperimentiamo ciò che è veramente buono e ciò che ci rende veramente liberi, liberi di amare, liberi di fare il bene.
E saremo, così, autentici testimoni della Sua Risurrezione, della Sua vita divina; “su di noi risplenderà la luce del Suo volto” e contageremo tutti con la nostra gioia, perché «non vi è niente di più bello che essere raggiunti da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui». E tutti scopriranno che «solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana; solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita» (Cfr Benedetto XVI, omelia 24 aprile 2005).
Tony Limongiello
Complimenti.Tutto significativo e formativo come e piu’ di una gemma preziosa per rendere sempre più autentica la nostra vita francescana di sequela di Gesù umile, povero, crocifisso e risorto, accompagnati dal Cuore di Maria, nostra Madre, con Francesco e Chiara.
Grazie Tony. Come sempre anche oggi ci hai dato una riflessione profonda e chiara sulla Parola di oggi. L’invito che ci fai di una conversione che deve essere uno stile di vita di ogni cristiano e ancor più di ogni francescani, ci incita all’ascolto e al mettere in pratica quanto ci suggerisce la Parola. Sei sempre profondo e incisivo . Un abbraccio a te e alla fraternità tutta. Pace e bene .
Grazie infinite, Tony, per il conforto che viene da queste parole profonde.
Grazie infinite, Tony, per il conforto che viene da queste parole profonde. Rosaria