Alla luce del sole

Quando nel novembre 2003 uscì il primo numero del giornalino della Gioventù Francescana di Atripalda, Dolce Sentire, due parole risaltavano nella prima paginacondividere; speranza. Erano nel titolo di due articoli diversi, ma in qualche modo uniti tra di loro; i primi articoli che avevamo scritto, i primi articoli che volevamo che tutta la comunità leggesse. Volevamo “comunicare le nostre esperienze, le nostre emozioni, le nostre idee, volevamo parlare di noi”; volevamo fare pubblicamente la nostra professione di fede in Gesù Risorto, unica vera speranza. Ci ispirava il luminoso ideale di vita di Francesco d’Assisi: “Da amici a fratelli”; ci incoraggiava la giovane età. E sapevamo che non sarebbe stato facile pubblicare ogni mese il nostro piccolo “foglio”; sapevamo che a tanti forse non avrebbe interessato leggere le nostre “cose”. Ma era un’esigenza per noi esprimere “i sentimenti e i valori che ci uniscono e ci spingono sempre più a credere nella nostra realtà”, cioè la fraternità. Oggi molto è cambiato! Siamo cambiati noi (certamente per l’età!); è cambiato il mondo intorno a noi, soprattutto in questo ultimo periodo. Ma non è cambiato, anzi è cresciuto il desiderio che abbiamo di condividere la speranza. Ecco la ragione di questo blog, che nasce per superare il limite e i limiti della versione stampata, e fare arrivare a quante più persone possibile questo annuncio: «Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui» (Benedetto XVI, 24 aprile 2005). Questa è l’esperienza della vita fraterna, che viviamo e che vogliamo condividere; questa è l’esperienza di ogni comunità cristiana. E crediamo che oggi sia più che mai necessario e urgente “annunciarlo dai tetti” (Cfr Vangelo di Matteo 10,27). Da questa “terrazza” virtuale, quello che sperimentiamo stando con Gesù in fraternità, quello che ascoltiamo da Lui, meditando il Vangelo e riflettendo sulla nostra vita, vogliamo “gridarlo” alla luce del Sole. 

RUBRICHE

Dal Vangelo alla vita
“Lampada per i nostri passi è la Parola di Dio”. Alla luce del Vangelo noi possiamo capire il senso delle situazioni che viviamo, delle esperienze che facciamo; e possiamo trasformare ogni realtà umana, secondo la volontà di Dio. Ascoltando gli insegnamenti del Vangelo siamo sicuri di stare nella via della verità, che è fonte di pace e di fraternità. Riflettendo assiduamente sulle parole del Vangelo, riceviamo la forza della fede e il coraggio della testimonianza. Amando ogni pagina del Vangelo impariamo ad amare Dio e il prossimo; così passiamo dal Vangelo alla vita.

Dalla vita al Vangelo
Vivere evangelicamente significa mettere in pratica la Parola di Dio, ma significa anche verificare la nostra vita alla luce della vita di Cristo. Rileggere cioè eventi e situazioni, per comprendere innanzitutto l’opera di Dio e, poi, se e quanto noi abbiamo collaborato alla sua realizzazione. Quello che facciamo esprime quello che siamo. Il racconto della nostra storia è il racconto del nostro percorso di fede, con gli ostacoli, gli affanni, le cadute, ma anche i salti in avanti, i sospiri di gioia, le opportunità di rialzarsi sollevati da un amico. Così, scoprendo che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”, passiamo dalla vita al Vangelo.

Francesco & Francesco

Francesco d’Assisi “è l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato”; per questo motivo papa Bergoglio ha scelto il suo nome. E, nei discorsi, nelle omelie, nelle encicliche e soprattutto nei gesti, papa Francesco condivide sempre il suo desiderio di una “Chiesa povera, per i poveri” e una “Chiesa in uscita”: una Chiesa che riconosce nei poveri l’immagine del suo fondatore; una Chiesa che annuncia e costruisce la pace; una Chiesa che invita tutti gli uomini a prendersi cura della casa comune.

In questa rubrica, Sr. Maria Aparecida Da Silva, delle Suore Piccole Missionarie Eucaristiche di Atripalda, ci guida in un percorso di approfondimento e di riflessione, “intrecciando” il carisma francescano, cioè la vita, la parola e l’esempio del Poverello di Assisi, con il magistero di papa Francesco.

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