All’ombra dell’Onnipotente

«“Non di solo pane vivrà l’uomo”.
“Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”.
“Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”» (Vangelo di Luca 4,4.8.12).

Per tre volte Gesù è tentato dal diavolo, nel deserto; per tre volte non cede, e risponde così. In realtà, quello che accade non è un dialogo tra Gesù e il Tentatore, perché le parole usate da Gesù non sono le sue, ma del Padre; sono, infatti, parole della Scrittura. Ecco un grande insegnamento: il bene può vincere il male non entrando in relazione con esso, ma “smascherandone” l’inconsistenza di fronte al Sommo Bene; quando ascoltiamo, vediamo, e perfino tocchiamo il male, non riusciamo a neutralizzarlo con la nostra umanità, piena di imperfezioni e deficienze, ma solo con la potenza di Dio, con la Sua parola che salva. Dice il salmo: «Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome» (Sal 90). Solo una costante frequentazione del Bene può metterci in condizione di fare il bene e di vincere il male con il bene. Gesù, pieno di Spirito Santo, confida nel Padre. Anche noi dobbiamo stare “all’ombra dell’Onnipotente”, così troveremo rifugio e fortezza. E quanto bisogno abbiamo di un “riparo” dal Male – dai mali! C’è una fragilità in noi, nelle persone accanto a noi, e nella natura intorno a noi; ci sono tanti limiti nelle strutture sociali, nei sistemi politici, nelle organizzazioni economiche e nei modelli culturali.

Tuttavia, questa è la vita – il deserto – di ciascuno di noi e del mondo. E a questa vita, il cristiano risponde così… “Non di solo pane vivrà l’uomo”: Non esiste soltanto il corpo, con i suoi bisogni da saziare, ma c’è un’anima, con le sue esigenze da soddisfare; e, soprattutto, c’è uno spirito in noi che ci fa gridare a Dio “Abbà! Papà”. Per vivere, non basta il cibo, che mantiene il corpo; non bastano neppure i sentimenti, le emozioni, che nutrono l’anima; è necessario Dio, che alimenta la sua vita in noi, ogni volta che lo invochiamo e lo ascoltiamo. E poi, “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”: Troppe volte adoriamo noi stessi: “incensiamo” il nostro corpo, le nostre idee, le nostre azioni; tutto ciò che è nostro diventa superiore ad ogni cosa e ad ognuno; guardiamo dall’alto in basso, per giudicare e condannare; pretendiamo il rispetto e l’accoglienza, senza rispettare e accogliere. Tante volte, anche, “idolatriamo” gli altri, e cadiamo nella menzogna, per coprire o addirittura giustificare il male; e calunniamo, quando ci vediamo traditi, solo perché delusi; e portiamo divisione e discordia, con la scusa di difendere “i nostri”. Se solo mettessimo Dio al suo posto, cioè sul trono di Re, al di sopra di tutti, perché creatore e amante di tutti, allora scopriremmo una piccolezza che ci fa grandi davvero.

Infine, “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”: Se è vero che peccare è “cercare l’amore dove l’amore non c’è”, il peccato più grave è dubitare dell’amore lì dove l’amore senza dubbio c’è, in Dio, perché Dio è amore. Quando pensiamo di dover “verificare” il Suo amore, vuol dire che non conosciamo veramente Dio. E allora dobbiamo pregare incessantemente, e meditare “ogni parola che esce dalla bocca del Padre”; dobbiamo fare spazio all’azione dello Spirito Santo in noi, purificando corpo e anima; dobbiamo allargare le braccia al povero, all’indifeso, al malato, all’immigrato, per incontrare Gesù vivo e vero. Nella certezza che “chiunque crede in Lui non sarà deluso” (Rm 10,11).

Tony Limongiello
OFS di Atripalda

5 commenti

  1. Grazie, Tony, per le riflessioni così intense che hanno toccato le corde più profonde del mio cuore. Sono state per me la preghiera più bella e significativa di questa prima domenica di quaresima 🙏❤️

  2. Le tue riflessioni sono profonde e scuotono le corde più intime, spingendoci verso un cammino di conversione.

  3. Corretto. Quanto è difficile, però, trovare Dio, il Bene. Troppe volte il MIO Dio è invocato anche dall’altro. Non sempre c’è il deserto: spesso il Bene è in sentiero stretto, in un sentimento. E quante volte mettiamo a tacere quel sentimento. E a me mancano spesso le certezze.

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