“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annuncia la pace, messaggero di bene, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio!” (Is.57,7). Ecco, secondo la Scrittura, quando Dio regna, quando il suo Regno viene tra gli uomini, allora si manifesta la pace! Colui che annuncia il Regno, annuncia la Pace! Chi accoglie il Regno di salvezza accoglie la pace! Ma cos’è la pace? Dov’è la vera pace?
La pace è nella storia ma non è della storia. È nel mondo ma non è del mondo. Il genere umano è portato a pensare che essa nasca dall’evoluzione di fattori storici, da cause interne ai popoli. Alle volte è così: un nuovo ordine internazionale, uno sviluppo di rapporti tra nazioni, offre mezzi diversi dalla guerra per la risoluzione dei conflitti. Ma questo fa anche cessare la violenza, l’odio, il rancore tra “vinti” e “vincitori”? Anche in questo tempo attuale, assistiamo a situazioni o “proposte” di una pace “a basso prezzo”, cercata o – addirittura – proclamata in contesti di ingiustizia, di diseguaglianza o di oppressione.
La guerra è certamente il pericolo più grande ed evidente, una delle forme che più minacciano la pace. Ma la violenza che mina la vera pace è soprattutto quella radicata nel cuore dell’uomo: capace di ferire l’ordine delle relazioni tra le persone, tra l’individuo e le cose, tra la persona umana e Dio! È la violenza “primaria” che incide nelle scelte dell’uomo conducendolo alla separazione, a spezzare i legami di fraternità. La Bibbia ce lo insegna, ad esempio, con Adamo ed Eva (il rapporto uomo-donna minacciato dal dominio e la presa di posizione di entrambi verso il Creatore) oppure nella vicenda di Caino e Abele, in cui la violenza infrange la relazione profonda tra fratelli oppure nel rapporto tra il re Davide e il figlio rivoltoso, Assalonne, che sfocia nella morte di quest’ultimo piuttosto che nella riconciliazione padre/figlio (vale a dire la pace per entrambi).
Lo “shalom”, quindi, non nasce da regolamenti internazionali o dalla coesione pacifica. La pace è un dono. Un dono non utopico, ma profetico. Un dono che ha bisogno di qualcuno che si fa “donatore”. Che esige operatori di pace: persone capaci di farsi annunciatori con la mitezza e non con la violenza, nella debolezza e non nella forza, nella povertà e non col possesso, nel servizio e non con il potere. Infatti, l’annuncio di pace nelle Sacre Scritture è dato ai Poveri! A coloro che, senza la pretesa di dover possedere, comprendono il significato profondo del Dono.
La pace per i cristiani è un Dono che si è fatto persona: l’Emmanuele, il Dio-con-noi, che ha riconciliato il Creatore con la creatura, il Cielo e la Terra. La storia umana di Gesù Cristo inizia a Betlemme con un annuncio di pace dato ai pastori e arriva al saluto della Resurrezione: “Pace a voi”. Ma, proprio perché la pace portata dal Signore è pace autentica, Gesù è segno di contraddizione: senza usare violenza, facendosi carico della croce, vive e soffre la brutalità dell’uomo sulla propria pelle.
Luogo privilegiato della pace è, quindi, il Perdono! Atteggiamento che è di una potenza disarmante. È il perdono che, di fronte alla violenza subita, rende la persona ministro di Dio, artefice di pace. Mettendo, così, in circolo una linfa nuova e uscendo dalla spirale di morte.
È anche vero che, come scrive il Santo Padre nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2023, “raramente gli individui e la società progrediscono in situazioni che generano un senso di sconfitta e amarezza: esso indebolisce gli sforzi spesi per la pace e provoca conflitti sociali, frustrazioni e violenze di vario genere” e, in questo senso, la pandemia prima e il conflitto in Ucraina dopo hanno segnato un tempo che non ci aspettavamo. Momenti di crisi dai quali “non si esce mai uguali: se ne esce o migliori o peggiori” per cui il Papa invita a rimettere al centro la parola “insieme” perché “solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali (cit. Messaggio GMP 2023).
Se il “discepolo” ha accolto questa pace autentica allora può proclamarla come Primo Annuncio con le parole del Vangelo: “Pace a voi!”, “Pace a questa casa!”. Facendosi “esegeta” nella vita concreta di ogni giorno.
Il Santo Padre, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, scrive che “solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace”. Il Papa conclude il Messaggio augurando “a tutti gli uomini e le donne di buona volontà” di “costruire giorno per giorno, come ARTIGIANI DI PACE, un buon anno”. Auguriamoci vicendevolmente lo stesso!
Emanuela Fiore
OFS di Atripalda
Bravissima Emanuela! Ho letto in ritardo il tuo articolo, ma con grande interesse. Hai saputo cogliere tutti gli argomenti che dovevano essere sottolineati per tracciare un quadro che mettesse in evidenza i punti più importanti e ci hai regalato una notevole visione d’insieme e molteplici spunti di riflessione. Grazie!