San Pasquale Baylon

I Padri Alcantarini Scalzi, animatori delle attività pastorali del nostro convento dal 1670 alla fine del 1800, hanno diffuso in Atripalda il culto a San Pasquale Baylon, ardente adoratore dell’Eucaristia. In occasione della ricorrenza annuale della festa (17 maggio), vogliamo conoscere meglio questo semplice e umile testimone della fede cristiana, e supplicarlo ancora una volta di aiutarci in tutte le nostre necessità.

Vita e spiritualità di San Pasquale Baylon

Pasquale nacque nella famiglia contadina di Martino Baylon e Isabella Jubera il 16 Maggio 1540 a Torre Hermosa, nel regno di Aragona in Spagna. Chiamato così perché nacque la Domenica in cui in Spagna si festeggia la “Pasqua dello Spirito Santo”, la Pentecoste. Cresce nella solitudine dei campi attendendo alla custodia del gregge, e fin dall’infanzia sente il trasporto per la preghiera e la devozione verso l’Eucarestia, per cui lo vediamo dedicare tutti gli spazi liberi dal suo lavoro alle pratiche di pietà e alla meditazione, mortifican­do anche il suo corpo con penitenze e digiuni.

La prima volta che sua madre lo portò alla Santa Messa, all’elevazione dell’Ostia Consacrata il corpo di Pasquale ebbe una scossa.

Un giorno si verificò un grande miracolo: Pasquale era fuori nei campi con le sue pecore e non poteva andare ad ascoltare la Messa al vicino Monastero. Aspettava il suono della campanella e, nel momento della Consacrazione, il forte desiderio di essere presente al sacrificio Santo della Messa gli fece gridare: “Mio Maestro, Mio adorabile Maestro, oh, se fosse possibile averti qui!”. Improvvisamente vide gli Angeli inchinati di fronte ad un Calice, sul quale galleggiava il Sacramento Benedetto, Presenza Divina di Nostro Signore. Pasquale cadde con la faccia per terra e adorò Dio; poi, facendosi coraggio, fissò la bella visione.

È chiaro che in lui la vocazione alla vita religiosa è un dato di fatto, e perciò si presenta al convento di santa Maria di Loreto dei Francescani Riformati detti Alcantarini, dove viene accolto all’età di 20 anni, già circondato dalla fama di uomo ricco di virtù e di doni spirituali straordinari. Sceglie lo stato di fratello laico e come tale fa la sua Professione religiosa perpetua il 2 febbraio 1564. Più di una volta i Superiori gli proposero di prepararsi a riceve­re gli ordini sacri, ma lui preferì stare in umiltà ad attendere ai vari sevizi manuali del convento, assol­vendo così, per molti anni, all’ufficio di portinaio, che adempì sempre con la massima diligenza dando co­stantemente esempi luminosi di bontà, nella carità e pazienza.

Benché illetterato, rivelò di possedere una illumina­zione carismatica sulla vita spirituale per cui, accorrevano a lui per ottenere consigli, moltissime perso­ne, compresi personaggi e alti prelati. Dovendo nel 1576 il Padre Provinciale comunicare con il Padre Generale dell’Ordine, che per ragioni del suo ufficio si trovava a Parigi, si servì di frate Pasquale che, per quanto semplice fratello laico, era in grado di adempiere mansioni delicate riguardanti problemi specifici dei Religiosi. Il Santo con semplicità accolse il mandato con spirito di obbedienza, ben sapendo che attra­versare la Francia si correva il rischio di subire qual­che aggressione da parte dei Calvinisti, che in quel momento imperversavano nel Paese. E capitò pro­prio così, anche per frate Pasquale, che più di una volta venne fatto bersaglio lungo il viaggio, di insul­ti, vilipendi e percosse. Ad Orleans, affrontò con pro­fondità di concetti una discussione sulla “presenza reale” di Cristo nell’Eucarestia, al punto che i Calvinisti, sentendosi alla fine sconfitti, vollero ricorrere alla violenza dalla quale riuscì fortunatamente a svinco­larsi.

Al ritorno dalla missione a Parigi, dove aveva com­piuto il mandato affidatogli, mal ridotto in salute, an­che per i prolungati digiuni e altre forme di peniten­za, lentamente andò spegnendosi. Morì, infatti, nel convento del Rosario a Villa Real, non lontano da Valencia, il 17 maggio 1592, Domenica di Pentecoste, a 53 anni. Alla sua morte ci fu un grande concorso di popolo per venerare la salma, dal momento che era universalmente consi­derato un santo.

Fu beatificato 26 anni dopo la morte, il 29 ottobre 1618 da papa Paolo V e proclamato santo il 16 ottobre 1690, da papa Alessandro VIII; papa Leone XIII, il 28 novembre 1897, lo proclamò Patrono delle Opere Eucaristiche e dei Congressi Eucaristici. I suoi resti, che si veneravano con grande devozione a Villa Real, furono profanati e dispersi durante la Guerra civile spagnola (1936-39); una parte fu successivamente recuperata e restituita alla città nel 1952.

Apparizione dell’eucaristia a san Pasquale BaylonBernardo Lopez, 1811. Museu de Belles Arts di Valencia

Scritti di San Pasquale

Io credo, e lo affermo altamente, che Gesù, Figlio di Dio, è così realmente nella Santa Ostia Consacrata, come lo è nella luce del Paradiso.

Perdona, o figlio! Perdona per quel Gesù che si fece crocifiggere ed ha dato la vita per me, per te, per tutti noi. Perdona per suo amore!

Quale condiscendenza, o Signore, hai usato con me! Comandarmi perfino che io ti accolga in me; ed essendo quello che sei, Dio infinito, Creatore e Redentore mio, che io ti stringa al mio cuore!

Preghiere composte da San Pasquale

Purificami, o Fonte di acqua viva. Sanami, o Medico della mia salvezza. Ornami di fede e di speranza, perché io ti accolga come in un tempio degno di te.

Tu solo mi basti, Dio mio. Il mondo non esiste per me. Tu sei mio Padre, mio sposo, Tu sei la mia famiglia, la mia eredità; Tu sei il mio desiderio, Tu sei la mia fede, Tu sei la mia speranza, Tu sei il mio amore; Dio mio, Tu mi basti!

Supplica a San Pasquale 

O glorioso San Pasquale, nell’umiltà dello Spirito eleviamo a Te la nostra voce di supplica,
affinché dal cielo Tu volga uno sguardo benigno verso di noi.
Memori dei tuoi molteplici benefici, ammiriamo la bontà di Dio,
che ha voluto darti per nostro particolare protettore e Ti preghiamo di continuare
la tua amorosa assistenza anche se colpe gravi, talvolta, ce ne rendono immeritevoli.
Circondati da infinite miserie, oppressi da tante angustie che ci affliggono,
Tu puoi compatirci nelle nostre umane debolezze e diradarci le tenebre dal cammino della vita,
per raggiungere più facilmente la patria beata.
Oh Potentissimo da oggi innanzi noi pure, seguendo le orme del tuo esempio,
vogliamo attingere dal Sacramento dell’altare la luce necessaria
per comprendere la volontà di Dio e la forza irresistibile per realizzare i disegni,
a noi assegnati dalla sua altissima Provvidenza!
Ti affidiamo poi, o caro Santo, anche i nostri bisogni temporali.
Deh! Fa’ che il quotidiano lavoro renda sempre abbondante di pane la nostra mensa;
la clemenza dell’aria fecondi i nostri campi e ne maturi i frutti sperati;
il nostro paese fiorisca di prosperità e di benessere;
il tuo sorriso e la tua benevolenza sia per noi il segno tangibile della benedizione di Dio.
Rinnovati nello spirito, aiutati nelle nostre necessità,
noi ti innalziamo, o San Pasquale, inni di lode e di ringraziamento
ed ora e sempre glorifichiamo Iddio, nella potenza del tuo grande ed efficace patrocinio.

Amen.

1 commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *