Siamo arrivati alla fine di questo breve percorso sui passi di Francesco e Francesco, l’uno e l’altro esempio e profezia dell’essere umano cristificato, rigenerato a vita nuova; ambedue, proposte sempre attuali e autentiche della possibilità di vivere la semplicità del Vangelo nell’oggi della nostra Storia, del nostro quotidiano, nella realtà concreta in cui ci troviamo.
Ci siamo lasciati guidare da loro per una cura del cuore, degli occhi, delle relazioni alla luce della Parola in umile ascolto per scorgere in tutto, e specialmente in coloro che ci sono accanto, come quelli che incontriamo, la presenza di un Dio che ci ama e ci vuole fratelli e sorelle. Vogliamo concludere questo percorso richiamando un altro aspetto importante del nostro essere nel mondo: il Tempo!
Anche il Tempo è una creatura di Dio, dentro il quale trascorriamo la realtà del vivere e del morire. Com’è importante per noi curare il tempo! Sì, perché purtroppo siamo così coinvolti in una corsa frenetica di vivere per fare, fare per consumare che non ci rendiamo conto che il tempo passa, e se non abbiamo la capacità di fermarci, guardarci, ascoltare e fare silenzio, la qualità della nostra vita viene meno, e quante volte se ne va in modo tragico… lasciando la sensazione di non avere vissuto affatto.
Nella Laudato Si’ Papa Francesco ci ricorda che «la spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo»(LS 222).
Vivere in modo consapevole, con cura e gratitudine il tempo che abbiamo vuol dire offrire a noi stessi una qualità di vita migliore, più coerente alla nostra essenza cristiana, ritornando «alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piacersi» (LS 222). Questo vuol dire restituire ad ogni cosa e ad ogni creatura la sua bellezza e originalità nella composizione armonica del mistero stesso della vita che ci circonda, facendo spazio dentro di noi per ascoltare la voce di ogni essere, animato e inanimato; significa ascoltare in profondità anche il mistero del dolore, intravedendo in esso quel processo di morte e risurrezione del quale Cristo è la nostra primizia e la nostra speranza certa.
Come non ricordare qui San Francesco, il quale ha coronato la sua esistenza con il Cantico di frate Sole proprio quando sentiva vicina la sorella morte. È riuscito a fare una sintesi della sua esperienza vissuta in armonia con tutti gli essere quando si è scoperto oggetto di un amore paterno e provvidenziale, rivelato nella povertà e umiltà di Cristo Signore, con il quale ha stabilito un rapporto profondo, essenziale, vitale. Cristo, il Sole nascente che viene a visitarci.
I suoi primi compagni narrano senza esitazione lo stile di vita del poverello, del suo singolare amore per l’acqua, le pietre, gli alberi, i fiori; dalle più minuscola creatura alla più bella e robusta di tutte, come Frate Sole: «Noi che siamo vissuti con lui, lo vedevamo rallegrarsi interiormente ed esteriormente di quasi tutte le creature, così che, toccandole o mirandole, il suo spirito sembrava essere in cielo, non in terra. E per le grandi gioie che aveva ricevuto e riceveva dalle creature, egli compose, poco prima della sua morte, alcune Lodi del Signore per le sue creature, per incitare alla lode di Dio i cuori di coloro che le udissero, e così il Signore fosse lodato dagli uomini nelle sue creature» (Specchio di perfezione 118).
Al di là del genere letterario dell’epoca, vale la pena rileggere queste pagine dello Specchio e chiedere l’intercessione del Santo d’Assisi per risvegliare in noi quello stile contemplativo e profetico di cui ci parla Papa Francesco; non per fare un ritorno sterile al Passato ma per rendere giustizia al Presente che stiamo costruendo, il quale dipende unicamente del nostro agire, qui e ora.
La Vita, il Tempo. «La natura è piena di parole d’amore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dell’apparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocità per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciò che hanno intorno a sé. Questo incide sul modo in cui si tratta l’ambiente. Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata» (LS 225).
«Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so le laude, la gloria e l’onore e onne benedizione. A te solo, Altissimo, se confano e nullo omo è digno te mentovare. Laudato sie, mi Signore, cun tutte le tue creature, spezialmente messer lo frate Sole, lo quale è iorno, e allumini noi per lui. Ed ello è bello e radiante cun grande splendore: de te, Altissimo, porta significazione» (FF: 1820).
Buone vacanze! Occhi e cuori aperti alla contemplazione di tutto ciò che il Signore, Dio buono ci dona gratuitamente ogni giorno! E grazie della compagnia e dell’ascolto.
Suor Maria Aparecida da Silva
Suore Piccole Missionarie Eucaristiche, Atripalda
Un grazie di cuore a suor Maria Aparecida per le riflessioni profonde e illuminanti sicuramente punti di riferimento per i lettori…