Dolce sottomissione allo Spirito

L’esplosione di amore e di comunione che esiste nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo si fa visibile nell’evento della Pentecoste: il Padre viene glorificato nel Figlio che porta a compimento la sua offerta totale, aprendo la storia per la grande manifestazione del Suo Spirito, il quale renderà testimoni quelli che credono in Gesù, il figlio di Maria, il falegname di Nazaret. Quel piccolo gruppo di uomini e donne impauriti e nostalgici diventano, per la forza dello Spirito Santo, testimoni del Risorto oltrepassando il limite della Giudea e della Galilea, arrivando fino ai confini della terra. Questa Forza di vita non si fermerà mai, anzi, sarà Lui a ricordare gli avvenimenti e le parole del Signore.

Riunirsi insieme in preghiera in questo giorno santo della Festa di Pentecoste, come pure ogni domenica, è permettere allo Spirito di continuare l’opera redentrice di Cristo, intorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, per diffonderci come seme di speranza e testimonianza del Risorto nelle vicende della nostra vita.

Come ha coperto la Vergine Maria con la Sua ombra per farla diventare Madre di Dio, come ha suscitato in Elisabetta il riconoscimento dell’arrivo del Signore nel grembo di Maria, e in Lei scrisse il Magnificat, così fa ancora oggi con la Sua Chiesa. E il modo giusto per accogliere la Sua Presenza ce lo insegna il Signore Gesù, che rivela una dolce sottomissione allo Spirito.

È Lui a condurre Gesù al Giordano da Giovanni e manifestarlo come il Figlio Diletto del Padre ed è ancora Lui a spingere e guidare Gesù nel deserto, prima di assumere il suo ministero pubblico. Sarà lui a sostenere Gesù nell’annunzio del Regno di Dio Padre, compiendo nella sua vita la Scrittura e la Promessa fatta ai Padri. Infine, sarà sempre lui a guidare la Chiesa primitiva, ricordando e confermando le parole di Gesù, difendendo e consolando i cristiani nell’annuncio del Vangelo e nell’offerta della loro vita, testimoniata tante volte con il martirio. È ancora Lui che continua ad assistere la Chiesa realizzando in uomini e donne pieni di limiti, l’impossibile di Dio.

È quindi questa dolce sottomissione allo Spirito che permette al Gesù Risorto di essere presente nella vita dei cristiani, oggi come ieri, continuando l’opera della redenzione, rigenerando l’Umanità e creando un mondo nuovo, come ci ricorda Papa Francesco: «Il Vangelo ci racconta che quando i primi discepoli partirono per predicare, “il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola” (Mc 16,20). Questo accade anche oggi. Siamo invitati a scoprirlo, a viverlo. Cristo risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza, e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la missione che Egli ci affida. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia. I valori tendono sempre a riapparire in nuove forme, e di fatto l’essere umano è rinato molte volte da situazioni che sembravano irreversibili. Questa è la forza della risurrezione e ogni evangelizzatore è uno strumento di tale dinamismo. La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di questo mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano. Non rimaniamo al margine di questo cammino della speranza viva!» (EG 275.276.278).

Infatti, in ogni generazione lo Spirito fa fiorire questo mondo nuovo come risposta ad ogni epoca della Storia. Ha fatto esperienza viva di questa forza dello Spirito il Serafico San Francesco, il quale riconosceva che ogni buona azione e ispirazione aveva la sua origine nello Spirito Santo di Dio, esortando ogni uomo, e soprattutto i suoi seguaci, ad essere sottomessi alle sue azioni: “Il Padre era solito non trascurare negligentemente alcuna visita dello Spirito: quando gli si presentava, l’accoglieva e fruiva della dolcezza che gli era stata data, fino a quando il Signore lo permetteva. Così, se avvertiva gradatamente alcuni tocchi della grazia mentre era stretto da impegni o in viaggio, gustava quella dolcissima manna a varie e frequenti riprese. Anche per via si fermava, lasciando che i compagni andassero avanti, per godere della nuova visita dello Spirito e non ricevere invano la Grazia” (2Cel 95).

La sottomissione di Francesco allo Spirito era tale da determinare il Capitolo generale dell’Ordine sempre nella Festa di Pentecoste e spesso parlava dello Spirito come ministro generale dell’Ordine: “Presso Dio non vi è preferenza di persone e lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine, si posa egualmente sul povero e il semplice” (2Cel 193).

Infatti, la povertà e la semplicità non sono proprio le caratteristiche di coloro che il Signore ha scelto e continua a scegliere per confondere la sapienza di questo mondo? E non è l’umiltà del vivere quotidiano in letizia e abbandono alla Volontà di Dio a far sì che la nostra vita diventi seme di speranza e di vita nuova in un’epoca così travagliata come quella in cui viviamo?

Ha ragione quindi Papa Francesco quando dice che «forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai. Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole; noi ci spendiamo con dedizione ma senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi come pare a Lui. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in ogni momento. Questo si chiama essere misteriosamente fecondi!» (EG 279.280).

“Abbiate fiducia nel Signore, che ha vinto il mondo! Egli parla con il suo Spirito in voi e per mezzo di voi, ammonendo uomini e donne a convertirsi a Lui e ad osservare i suoi precetti” (3 Comp 36).

Suor Maria Aparecida da Silva
Piccole Missionarie Eucaristiche di Atripalda

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